10 aprile, 2009

Phuturistix

Cari amici ed ascoltatori.......
Phuturistix è un progetto inglese di un duo di musicisti Zed Bias e DJ Injekta (Dave Jones e Sefton Motley) che opera nel genere broken beat, questo "Feel it out" CD del 2003 per la Hospital Rec. è il loro debutto dopo un paio di EP.....qualche feuturing di spicco, vedi Atjazz e qualche voce femminile con tendenze al soul, e le 14 tracce dell'album scivolano via....qualche pezzo indubbiamente piu' radiofonico attirera' gli avventurosi Dj, in ogni caso da ascoltare.....HERE....enjoy ....zero

06 aprile, 2009

Ipasvi

Con la sentenza della cassazione del 13 febbraio 2009 n°6491 i giudici ritengono che la tassa ipasvi deve essere pagata solo da chi esercita la libera professione.

Leggete i punti salienti della sentenza:


Ciò posto, osserva la Corte che l'iscrizione all'albo professionale configura un atto di accertamento costitutivo, operante erga omnes, dello status di professionista ed è imposta soltanto a coloro che esercitano la “libera professione” mediante contratti d'opera direttamente con il pubblico dei clienti. L'obbligo d'iscrizione nell'apposito albo degli esercenti la libera professione di infermiere (art. 8 d.lgs. C.P.S. n. 233/’46) è, in sostanza, strettamente connesso alla necessità di portare a conoscenza del pubblico quali siano le persone autorizzate ad esercitare tale professione e di garantire che le stesse siano sottoposte alla vigilanza dei competenti Collegi per eventuali aspetti disciplinari e per l'osservanza delle tariffe predisposte. Esercitare liberamente una professione significa compiere atti caratteristici della stessa, cioè a dire una persona, dotata di un corredo particolare di cognizioni tecnico-scientifiche, pone tale suo bagaglio culturale, in piena autonomia e a fine lucrativo, a disposizione della potenziale utenza con continuità e sistematicità, il che lascia intuire il notevole rilievo etico-sociale della professione medesima e la necessità che la stessa sia, per così dire, monitorata attraverso l'iscrizione dell'esercente nell'apposito albo previsto dalla legge.L'obbligo d'iscrizione non sussiste, invece, per gli infermieri professionali che non svolgono attività autonoma e libera, ma sono legati da un rapporto di lavoro dipendente anche con una struttura privata, direttamente o indirettamente accreditata presso la Pubblica Amministrazione, considerato che in tale caso non esplicano “attività professionale mediante contratti d'opera direttamente con il pubblico dei clienti”, non necessitano di una sorveglianza sulle tariffe applicate, in quanto percepiscono uno stipendio fisso, rispondono disciplinarmente al loro datore di lavoro al quale sono legati da rapporto gerarchico, devono incontrare - nello svolgimento delle loro funzioni - il gradimento e la piena soddisfazione della struttura sanitaria presso la quale lavorano, anche se quest'ultima non è pubblica ma è comunque accreditata e convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale.


Tale conclusione trova un preciso aggancio normativo nell'art. 10 del d.lgs. C.P.S. n. 233/1946, che prevede per gli operatori sanitari che rivestano la qualifica di dipendenti di enti pubblici la mera possibilità dell'iscrizione all'albo, con conseguente assoggettamento alla disciplina dell'Ordine o del Collegio, “limitatamente all'esercizio della libera professione”, ove questo non sia loro vietato dagli ordinamenti dell'ente dal quale dipendono.

14 febbraio, 2009

Questionario

Cari amici,colleghi ed ascoltatori.....
ad integrazione del precedente post accludo ora il questionario per la valutazione della quantità \ qualita' del riposo preso direttamente dal sito della A.i.m.s. che vorrei utilizzare per la ricerca di cui il precedente post parla........zero

DISTURBI DEL SONNO E DELLA VEGLIA
QUESTIONARIO DI SCREENING PER IL MEDICO DEL LAVORO

Cognome ………………………. Nome………………………. Data di nascita……………..
Sesso 􀀀 F 􀀀 M Età …….. Peso kg……… Altezza m ……… BMIA .................
Azienda …………………………………………………………………………………………..
Settore lavorativo……………...................………. Mansione ……………………….................
Orario di lavoroB 􀀀 giornaliero 􀀀 turnista
1) Quante ore deve dormire la notte per stare bene durante la giornata? 􀀀 >8
􀀀 6-8
􀀀 <6
2) Potendo scegliere, preferirebbe: 􀀀 dormire presto la sera ed alzarsi presto al mattino
􀀀 coricarsi a tarda notte e dormire fino a mattino inoltrato
􀀀 dormire agli orari convenzionali
3) Nel complesso si ritiene soddisfatto della qualità del suo sonno? 􀀀 molto
􀀀 abbastanza
􀀀 poco
􀀀 per nulla
4) In passato dormiva meglio? 􀀀 no
􀀀 si fino a quando (in anni) .............................
perché: 􀀀 eventi di vita
􀀀 orari di lavoro
􀀀 altro…………………………………
5) Riesce abitualmente a dormire il numero di ore di cui ha bisogno?
􀀀 si
􀀀 no perché ? ...............................................................
quante ore dorme ? ...............................................
6) Al risveglio del mattino si sente generalmente fresco e riposato? 􀀀 si
􀀀 no
7) Fa abitualmente pisolini? 􀀀 si perché: 􀀀 recupero sonno
􀀀 altro ………………………….....
􀀀 no perché: 􀀀 non posso
􀀀 non ne ho bisogno
8) Russa abitualmente di notte? 􀀀 no
􀀀 si
􀀀 non so
9) Presenta abitualmente pause respiratorie in sonno (riferite dal partner o percepite come risveglio
con soffocamento ?) 􀀀 no
􀀀 si
􀀀 non so
Ver. 06/11/2007
10) Generalmente durante il giorno si sente stanco e assonnato? 􀀀 no
􀀀 si
11) Durante il giorno ha spesso colpi di sonno? 􀀀 no
􀀀 si
12) Ha avuto in passato incidenti stradali e/o infortuni probabilmente dovuti a sonnolenza?
􀀀 no
􀀀 si
13) Patologie note (specificare se pregresse o in atto)
Patologie del sonno 􀀀 no
􀀀 si 􀀀 insonnia
􀀀 sindrome delle apnee notturne (OSAS)
􀀀 eccessiva sonnolenza diurna
􀀀 mioclono periodico notturno (PLM) e/o
sindrome delle gambe senza riposo (RLS)
􀀀 altro……………………………………….
Patologie neuropsichiatriche 􀀀 no
􀀀 si 􀀀 sindrome ansioso-depressiva
􀀀 epilessia
􀀀 trauma cranico maggiore
􀀀 cefalea
􀀀 altro…………………………………..
Patologie internistiche (in atto) 􀀀 no
􀀀 si 􀀀 BPCO
􀀀 diabete mellito
􀀀 ipertensione arteriosa
􀀀 cardiopatie
􀀀 anemia
􀀀 patologie muscolo-scheletriche
􀀀 altro…………………………………..
14) Assume farmaci che possono interferire con la vigilanza (a scopo ipnotico o altro )?
􀀀 no
􀀀 si 􀀀 antistaminici
􀀀 antipertensivi
􀀀 cortisonici
􀀀 psicofarmaci ( 􀀀 uso 􀀀 abuso franco )
􀀀 antidepressivi
􀀀 benzodiazepine
􀀀 neurolettici
􀀀 ipnotici non-benzodiazepinici
􀀀 melatonina
􀀀 altro ……………………………………
15) Quanti caffè beve nelle 24 ore? 􀀀 Nessuno
􀀀 1-3
􀀀 > 3
Ver. 06/11/2007
16) Quanto alcool beve abitualmente nelle 24 ore (vino, birra, superalcolici)?
(espresso in Unità AlcolicheC)
􀀀 non bevitore
􀀀 bevitore moderato (1-2 U.A. / die)
􀀀 bevitore medio (3-5 U.A. / die)
􀀀 bevitore forte (> 5 U.A. / die)
17) Nel suo lavoro vi può essere esposizione a neurotossici?:
􀀀 no
􀀀 si 􀀀 solventi (trielina, toluene, stirene, acetone, ecc.)
􀀀 gas anestetici
􀀀 antiparassitari
􀀀 ossido di carbonio
􀀀 mercurio
􀀀 altro .....................................................
---------------------------------- SE LAVORA A TURNI -------------------------------------
18) Da quanti anni lavora a turni? ………………………
19) Tipo di turno:
􀀀 ciclo continuo
􀀀 ciclo discontinuo (interruzione nel fine settimana)
􀀀 turni a rotazione con notte
􀀀 turni a rotazione senza notte
􀀀 turno fisso 􀀀 notturno
􀀀 diurno
􀀀 altro ………………………………………………………………
􀀀 a rotazione rapida (cambio del turno ogni 1 o 2 o 3 gg)
􀀀 a rotazione lenta (cambio del turno ogni 4 o più gg)
senso di rotazione 􀀀 mattino, pomeriggio, notte
􀀀 pomeriggio, mattino, notte
20) Quanti turni notturniD effettua nell’arco di un anno (mediamente)? …………………………..
21) Orari di inizio e fine turni: mattino …………………………….
pomeriggio ………………………..
notte .………………………………
22) Durante i turni di lavoro, le capitano colpi di sonno? 􀀀 no
􀀀 si in quale: 􀀀 mattino
􀀀 pomeriggio
􀀀 notte
23) Dopo il turno di notte, quante ore riesce a dormire mediamente il giorno successivoE ? ……….
Ver. 06/11/2007
Appendice
Se il paziente risponde positivamente ad almeno due delle domande n. 8 – 9 – 10 - 11, indicare:
- circonferenza collo (in cm)F ........................
- micro-retrognaziaG 􀀀 no 􀀀 si
Se il paziente risponde positivamente ad almeno una delle domande n. 10 – 11 - 22, somministrare
la Epworth Sleepiness Scale.
Note……………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
CONCLUSIONI 􀀀 non disturbi della vigilanza
􀀀 da inviare a Specialista
􀀀 da controllare nel tempo
Data ……………… Firma del Medico ……………………………………………..
Il sottoscritto dichiara che quanto segnalato nel presente questionario corrisponde al vero e si
impegna ad informare il medico competente ogniqualvolta intervengano modificazioni persistenti
dello stato di salute in qualche modo coinvolgenti il ritmo sonno-veglia.
Firma del lavoratore…………………………………………..


LEGENDA:
A- Il BMI (da calcolare solo in caso di sospetto valore patologico) si calcola dividendo il peso (in kg) per il quadrato
dell’altezza (in metri)
B -Si considera lavoro a turni anche il lavoro notturno fisso e il lavoro a orari insoliti ma stabili (p.e. fornaio, che lavora
dalle 3 alle 11 a.m.)
C- Una Unità Alcolica = 12 gr di alcol puro = 1 bicchiere 125 ml di vino = 1 lattina 330 ml di birra = 1 bicchierino 40
ml di superalcolico (semplificato da "Istituto Superiore Sanità" e "Società Italiana Alcologia").
D -Per turno notturno si intende il lavoro effettuato almeno in parte nell'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del
mattino
E -Indicare il totale delle ore dormite nell’arco della giornata, anche se in episodi diversi
F- La circonferenza del collo è considerata patologica se superiore a 43 cm (maschi) e a 41 cm (femmine).
G- Unitamente a tutti i dismorfismi cranio-facciali che possono determinare una riduzione del calibro delle prime vie
aeree.

Allegato 1;



EPWORTH SLEEPINESS SCALE

Che probabilità ha di appisolarsi o di addormentarsi nelle seguenti situazioni,
indipendentemente dalla sensazione di stanchezza?
La domanda si riferisce alle usuali abitudini di vita nell'ultimo periodo.
Qualora non si sia trovato di recente in alcune delle situazioni elencate sotto, provi ad
immaginare come si sentirebbe.
Usi la seguente scala per scegliere il punteggio più adatto ad ogni situazione:
O = non mi addormento mai
1 = ho qualche probabilità di addormentarmi
2 = ho una discreta probabilità di addormentarmi
3 = ho un'alta probabilità di addormentarmi
Situazioni
a. Seduto mentre leggo ____
b. Guardando la TV ____
c. Seduto, inattivo in un luogo pubblico (a teatro, ad una conferenza) ____
d. Passeggero in automobile, per un'ora senza sosta ____
e. Sdraiato per riposare nel pomeriggio, quando ne ho l'occasione ____
f. Seduto mentre parlo con qualcuno. ____
g. Seduto tranquillamente dopo pranzo, senza avere bevuto alcoolici ____
h. In automobile, fermo per pochi minuti nel traffico ____
SOMMA ____

RISULTATO

Se il punteggio totalizzato è superiore a 10, ciò è indicativo di una sonnolenza diurna eccessiva.

IL LAVORO NOTTURNO E' ANTIBIOLOGICO

Tutto e' ritmico
Il pulsare del cuore, del protoplasma, del respiro, le mestruazioni, l'alternanza del giorno e della notte, delle stagioni, delle maree, gli equinozi e i solstizi, il caldo e il freddo, le posizioni dei pianeti o del sole, le eruzioni solari, ecc. I bioritmi che interessano l'uomo e il suo corpo si chiamano circadiani; perche' si ripetono ogni 24 ore e sono influenzati e attivati dall’azione della luce sull'ipotalamo che induce nell’ipofisi la secrezione di melatonina: meno di notte e piu' di giorno. Questo bioritmo circadiano regola le ghiandole endocrine e gli organi del corpo, l'aumento del tasso di glucosio nel sangue, il volume di urina, il variare della pressione arteriosa, quello della temperatura corporea, i valori proteinici, degli elettroliti ecc.
I ritmi di Halberg
I ritmi biologici, scoperti da Franz Halberg, seguono una curva sinusoidale, che cresce fino a un massimo (acrofase) e poi scende fino a un minimo, variando intorno a un valore mediano. La doppia curva crescente, decrescente, poi nuovamente crescente e decrescente si completa in un periodo di tempo ben definito e caratteristico che puo' durare un giorno (ritmi circadiani), una settimana (ritmi circasettani), un mese (ritmi circatrigintani), un anno (ritmi circannuali). In particolare, il ritmo circadiano, (dalle parole latine "circa" e "dies" ciclo di quasi un giorno) e' il componente fondamentale di quello che comunemente chiamiamo orologio biologico
L’attività infermieristica è da sempre caratterizzata da un’articolazione dell’orario a turni, per garantire
la continuità delle prestazioni assistenziali e delle cure nelle 24 ore.
Il “lavoro a turni”, come è generalmente definito in letteratura, è un fattore essenziale dell’organizzazione del lavoro nelle aziende sanitarie, la cui modalità di progettazione e gestione non sempre viene considerata con la dovuta attenzione, in quanto determina una desincronizzazione delle funzioni fisiologiche, psicologiche e delle attività sociali con riflessi negativi sulla salute e benessere dei lavoratori e anche con ripercussioni di carattere giuridico.
A seguito di molteplici interviste con colleghi di esperienza e di lunga storia lavorativa sono riuscito a risalire alla meta' degli anni 60' dove gia' allora si svolgeva un turno sulle 24 h. articolato su una conseguenzialita' di tipo antiorario, pomeriggio, mattina e notte nella stessa giornata seguito da due gg di riposo. Un turno strutturato cosi' aveva vantaggi e svantaggi; un innegabile concentrazione delle ore di lavoro a favore di piu' tempo libero, ma dall'altro piatto della bilancia un innegabile stress bio psicologico .
Il lavoro di notte è una richiesta anti-biologica poiché l'orologio interno al nostro corpo favorisce il sonno durante la notte, al buio, e la veglia di giorno col sole.L'HOMO SAPIENS ha dunque una biologia che impone un orientamento temporale verso il giorno, in parole povere siamo animali diurni.
Il lavoro a turni, in particolare quello notturno, è dunque un fattore di rischio per la salute e il benessere dei lavoratori.(1)- (6)Gli effetti diretti sulla salute a breve termine sono il cambiamento dell'umore, la diminuzione dell'efficienza, la modifica delle abitudini alimentari e del sonno, quelli a lungo termine sono i disturbi gastro-intestinali, cardio-vascolari e neuro-psichici. L'età, il grado di nevrosi, le abitudini del sonno, i ritmi circadiani , le condizioni sociali della famiglia, il supporto sociale sono tutti elementi che individuano una particolare criticità dell'esposizione dei lavoratori a questo fattore di rischio. Il lavoro di notte aumenta il rischio di infortuni(anche gli errori di produzione aumentano) per la sonnolenza dovuta all'alterato ritmo circadiano che abbassa il livello di attenzione nel lavoro con l'esperienza dei ripetuti micro-sonni, maggiormente se il lavoro è monotono e ripetitivo o di "attesa". se vi è un elevato carico di lavoro e un prolungamento delle ore di lavoro. (1a)(Il rischio relativo in questo caso aumenta con il numero di ore lavorate, soprattutto dopo le dodici ore). Alcuni studi parlano di alterazioni del ciclo mestruale, di alterazioni nella sindrome pre-mestruale ma ancora, per la difficoltà ad avere dati epidemiologici conclusivi, il discorso non puo’ essere conclusivo.Sulle eventuali alterazioni nella vita sessuale gli scienziati tacciono.(2)
Studi interessanti di cronobiologia hanno posto l’attenzione sui livelli plasmatici di cortisolo, per gli addetti ai turni si traduce in maggior incidenza di patologie psichiche , gastro-intestinali e associati disturbi della risposta del sistema immunitario.
In una visione futuribile del mercato del lavoro, ma non per questo meno certa, nei prossimi anni si verifichera’ un aumento del numero di lavoratori che saranno impiegati in attivita’ produttive sulle 24 H., sia per scelte economiche che organizzative e quindi andrebbero sviluppati nuovi modelli organizzativi del lavoro che tengano conto di questi studi al fine di sviluppare migliore compliance e capacita fisica di supporto a questi lavoratori.
Nell’ottica di una esperienza pluridecennale come lavoratore turnista, personalmente ho sviluppato alcuni “sistemi” di resistenza a questo stress bio-psico-fisico, alcune semplici regole di comportamento che negli anni si sono affinate portandomi ad esempio a preferire un pasto al giorno verso la meta’ inoltrata del pomeriggio, o non eccedere nel sonno alla mattina dello smonto notte (non arrivare mai al di la delle ore 12 am), ed altri piccoli accorgimenti per evitare di stressare ulteriormente i tanti nostri orologi biologici.
Ognuno deve trovare di per se il proprio “metodo compensativo”; la risposta è estremamente individuale, anche se di per certo c’è un 30% dei lavoratori che per questioni puramente biologiche non è fisiologicamente adatto a poter fronteggiare questo tipo di stress fisico.
Dagli studi disponibili sono emersi alcuni fattori che incidono marcatamente sui lavoratori ai turni notturni:
La rapida rotazione
La direzione di rotazione del turno
La durata di esposizione ai turni


La rapida rotazione
Turno regolare nell’arco di pochi gg, routionario. Il sistema di turno a rotazione veloce non determina significative alterazioni del ritmo sonno\veglia, vi è comunque l’aspettativa psicologica che condiziona lo stato psicofisico del lavoratore. Diventa quindi di estrema importanza che i turno si svolga in un tempo ristretto nell’arco di pochi gg. In assenza di cio’ o lavoratori sottoposti ad un turno irregolare mostrano alte incidenze di affaticamento, nervosismo ed inadeguato riposo, maggiori incidenti sul lavoro, minore adattamento alla vita. Vi è una netta inversione dei ritmi circadiani dopo la quinta notte, con una netta diminuzione dell’ormone cortisolo alla mattina; mentre il picco del ritmo della melatonina è posticipato di 7 ore. (3)
Direzione di rotazione
La rotazione dei turni deve seguire il senso orario (mattino, pomeriggio, notte) in questo modo si è dimostrata unqa maggior adattabilita’ psico fisica, sarebbe da evitare un turno sincopato come quello in uso attualmente. (4)
Durata esposizione ai turni
Risultano dati compatibili con la possibilità che sei o più anni di lavoro
turnista può accrescere il rischio di malattie coronariche nelle donne,
mentre un periodo di dieci anni ha evidenziato un aumento di rischio di
cancro al seno. (4)

ALTERAZIONI BIOLOGICHE
Gli studi selezionati prendono in esame principalmente le alterazioni che si
manifestano:

• Nel ritmo di secrezione del cortisolo sia plasmatico che salivare.
(Shinkai S., S., Kurokawa Y., Toril J.)
• Nel ritmo di secrezione della melatonina. (Humm C.)
• Disturbi del sonno –caratterizzati da alterazioni quantitative e
qualitative. (Wilson J. L.- Shinkai S., Watanabe S., Kurokawa Y., Toril J.)
• Modificazioni del modello alimentare (in seguito all’irregolarità delle
ore sonno/veglia) che si riflettono nell’alta percentuale di ulcere
duodenali, peptiche e gastroduodeniti nei turnisti. (Wilson J. L., - Costa
G., Lievore F., Casaletti G., Gaffuri E., Folkard S.)
• Nel ritmo della termoregolazione. (Wilson J. L., - Costa G., Lievore F.,
Casaletti G., Gaffuri E., Folkard S.)
• Nel ritmo della secrezione delle catecolamine con conseguenti
modificazion valori della pressione arteriosa e frequenza cardiaca.
(Shinkai S., S., Kurokawa Y., Toril J.)
• Problemi circolatori e cardiovascolari : Esiste una relazione tra
infarto del miocardio e lavoro turnista, il rischio aumenta
progressivamente quando la permanenza nel turno raggiunge i 6/15
anni. ( 5 -Wilson J. L., - Kawachi I., G. A. Colditz, M. J. Stampfer, W. C.
Willet, J. E. Manson, F. E. Speitzer, C. H. Hennekens)
• Aumento del rischio di contrarre cancro al seno nella popolazione
femminile. (Schehammer E.S., Laden F., Speizer F. E., Willet W. C.,
Hunter D. J., Kawachi I., Colditz G. A.)

ALTERAZIONI PSICHICHE

• Disturbi del ritmo sonno-veglia(Wilson J. L., - Costa G., Lievore F.,
Casaletti G., Gaffuri E., Folkard S.- Humm C., - Shinkai S., S., Kurokawa
Y., Toril J. - Venuta M., Barzaghi L., Cavelieri C., Gamberoni T., Guaraldi
G. P.
• Disturbi psichici, come ansia, depressione e nevrosi, aumento del
consumo di sostanze psicotrope, aumento del consumo di alcool e
tabacco (Wilson J. - L.Skipper J. K., Jung F. D., Coffey L. C. - Shinkai S.,
S., Kurokawa Y., Toril J.)
• Perdita dell’efficienza mentale. (Wilson J. L. – Humm C.)
• Diminuzione dell’autostima legata all’incapacità di ricoprire un
costante ruolo domestico e sociale,della sfera affettiva ed emotiva.
(Wilson J. L. - L.Skipper J. K., Jung F D., Coffey L. C.)
• Aumento dello stress e del burn-out. (Shinkai S., S., Kurokawa Y.,
Toril J. – Humm C.)
• Perdita della concentrazione mentale. (Humm C.)
• Alterazione della personalità. (Costa G., Lievore F., Casaletti G.,
Gaffuri E., Folkard S.)

ALTERAZIONI SOCIALI

• Notevoli conflitti lavoro-famiglia. (Wilson J. L. - L.Skipper J. K., Jung
F D., Coffey L. C.)
• Difficoltà nella gestione individuale del tempo. (Wilson J. L. -
L.Skipper J. K., Jung F D., Coffey L. C.)
• Gli infermieri turnisti evidenziano performance minori e meno
motivate nella cura dei pazienti. ( Wilson J. L. - L.Skipper J. K., Jung F
D., Coffey L. C.)
• Minore possibilità di dedicare tempo alle attività personali. (Costa G.,
Lievore F., Casaletti G., Gaffuri E., Folkard S.)

Secondo uno studio americano del 2006, condotto da un gruppo di ricercatori del National Centre for Epidemiology and population health e pubblicato sul Journal of Marriage and Family, il lavoro notturno incide anche sull’equilibrio dell’intera famiglia. Infatti, i genitori costretti a massacranti orari notturni sono più stressati e depressi ed i figli sono più a rischio di avere difficoltà sociali ed emotive.

CONCLUSIONI

La vita lavorativa dei dipendenti della sanità si è allungata di molto, dopo il 1992 e la legge Amato, senza pero’ tenere conto del costo bio\sociale che coloro che lavorano ai turni avrebbero pagato; ad informazione nei primi anni 80’ la “vita media lavorativa” di un turnista era di poco inferiore ai 18 anni , poi si passavano gli anni che mancavano al raggiungimento del 25esimo anno lavorativo riciclandosi come giornalieri, abbandonando il turno, visto che la differenza di incoming veniva compensata dal differente trattamento economico dell’anzianita’.
Da quanto sopra esposto, si evince che per la peculiarita’ del lavoro ospedaliero e per l’ovvia necessita’ di garantire coperture sulle 24 ore non esiste, attualmente, una ricetta certa per poter azzerare questa tipologia di rischio, oltre al naturale compensazione che qualunque turnista mette in atto a livello di controllo sui propri ritmi circadiani, ma indubbiamente molto possono fare le amministrazioni sanitarie per migliorare lo status quo esistente; politiche volte alla soddisfazione del personale, monitoraggio delle condizioni e dei carichi lavorativi, partecipazione alle scelte dei percorsi lavorativi ma soprattutto, modifica CHE è a costo zero per le amministrazioni, portare il turno ad uno svolgimento in senso orario, modifica che inoltre garantirebbe il rispetto della norma UE (7) dello stacco di almeno 11 ore fra un turno e l’altro.
A tale scopo i sottoscritti infermieri propongono un esperimento cronobiologico di inversione dell’attuale turno Pom. \Matt., articolato su 1 anno di tempo a partire dal 1marzo 2009, giorno dello scivolamento annuale della turnazione , con sistema di controllo dell’andamento dei bioritmi \ qualita’ della vita mediante apposito questionario di valutazione a risposta multipla di “tipo Likert” con rilevazioni trimestrali. Nel mese di febbraio 2010 , al termine della ricerca verra’ redatto e pubblicato su piattaforma web un report finale dei risultati emersi da questo studio infermieristico.

Bibliografia:


(1) G. Costa "Disagi e patologie da lavoro a turni" in La salute dei lavoratori della sanità, a cura di Antonio Cristofolini, Comano Terme 18-19 maggio 1989. Ed. L'Editore, Trento 1990.
(1a) Costa G. Shift work and occupational medicine: an overview. Occup Med (Lond) 2003; 53: 83-88.
(2) Garbarino S. Lavoro notturno. Impatto sulla salute e sulla sicurezza nell’ambiente di lavoro. G Ital Med Lav Erg 2006; 28(1): 89-105.
(3) Wilson J.L. – Shinkai S., Watanabe S.,Kurokawa Y.,Toril J.)
(4) Wilson J.L- Venuta M., Barzaghi L., Cavelier C., Gamberoni T., Guaraldi G.P.
(5) Wilson J. L., - I. Kawachi, G. A. Colditz, M. J. Stampfer, W.C. Willet, J. E. Manson, F. E. Speitzer, C. H. Hennekens.
(6) Selye H. The general-adaptation-syndrome. Annu Rev Med 1951; 2:
327-342.
(7)Risoluzione Parlamento Europeo 25\02\1999